I ritratti di Luca Spennacchio che promuovono la “cultura del cane”

Un progetto fotografico che descrive, attraverso il ritratto, le persone e i loro cani nell’Italia di oggi. Protagonista dietro ad ogni scatto è il millenario rapporto tra l’uomo e l’animale, un legame che si snoda attraverso la storia fino ad arrivare a un ‘qui e ora’, congelato nei volti, negli sguardi, nelle diverse storie personali che si celano in ogni ritratto.

Dietro l’obiettivo, il fotografo e educatore cinofilo Luca Spennacchio, che utilizza il linguaggio dell’arte per rappresentare “questa relazione antica che certamente accompagnerà le due specie per lungo tempo ancora e che, oggi come allora, rappresenta un fattore assai influente nel cammino evolutivo e culturale dell’uomo”.

Un progetto itinerante, iniziato circa un anno fa, col quale Spennacchio si è impegnato a percorrere in lungo e in largo la nostra penisola, raccogliendo testimonianze e materiale fotografico, durante i suoi set fotografici allestiti all’interno dei canili.

“Per ora sono stato in cinque canili fra la Lombardia e la Toscana, ma la mia volontà è quella di organizzare altre giornate di scatti all’interno delle strutture che lo vorranno. Tutte le persone che vi prendono parte, lasciando un modesto contributo, avranno una copia stampata della loro foto. Parte di questi soldi vanno a coprire il costo della stampa, e il resto va alla realtà che ci ha ospitato”.

La finalità del progetto è benefica, ma non solo: “deve essere uno strumento di comunicazione per incentivare la diffusione di una cultura sul cane, oggi ancora troppo poco presente nel nostro paese, prova ne sono le migliaia di cani che ogni anno vengono abbandonati sulle strade, vengono maltrattati e sono vittima dell’ignoranza”.

È sicuramente un’iniziativa che ha il merito di portare tanta gente all’interno dei canili, promuovendo questi spazi e facendo educazione. Tra i ritratti anche quello del dog trainer Simone Della Valle che ha posato con il suo Shaka nella foto che vi abbiamo proposto in apertura. 

“Il progetto deve ancora crescere, e più popolarità e forza acquisirà lungo il suo percorso, più grande sarà la possibilità di utilizzarlo come strumento per fare beneficenza. A conclusione, l’idea sarebbe quella di fare confluire tutto il materiale fotografico all’interno di un fotolibro che racconti la mia impresa e racchiuda i volti delle persone che ci hanno creduto insieme a me“.

I ritratti sono tutti in bianco e nero, ispirati al grande maestro della fotografia Richard Avedon. “Tutti mi dicono che le persone hanno un’espressione troppo, o molto seria. In effetti è vero, ed è quello che gli chiedo quando scatto le mie fotografie perché la relazione con il cane è una cosa seria e importante. Inoltre il progetto intende anche essere una denuncia contro l’abbandono e il maltrattamento, e su questo non si scherza”.

Se siete interessati a portare una sessione di shooting all’interno del vostro canile, potete contattare direttamente Luca Spennacchio via mail. Se invece siete semplicemente stati rapiti anche voi da questa iniziativa, e volete farvi fotografare contribuendo a questa nobile causa, c’è la possibilità di partecipare alle sessioni fotografiche che vengono organizzate settimanalmente all’interno della scuola di educazione cinofila CReA, dove Spennacchio insegna.


federica@vanitypets.it

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