Il cane narratore di Emilio Ortiz prende vita nel suo nuovo libro

Attraverso i miei piccoli occhi

Un cane può essere un grande narratore e mostrarci quanto possa essere potente il legame con gli esseri umani. E’ quello che accade nel romanzo “Attraverso i miei piccoli occhi” in cui lo spagnolo Emilio Ortiz, 43 anni, ipovedente e ora completamente cieco, ha dato voce al Golden Retriever Spock, suo cane guida.

“Nel mio caso il cane mi garantisce la mobilità e l’autonomia personale. Ma in generale, nella nostra società, sempre più individualista, le persone colmano i loro bisogni affettivi con un cane, è meno problematico. Ma anche il cane ha bisogno di noi, è integrato nella nostra società e non potrebbe più vivere da solo. E questo vale anche per noi”, ha detto  all’Ansa Ortiz, che è originario dei Paesi Baschi e vive ad Albacete, vicino a Valencia, ed è in Italia con il suo romanzo che in Spagna ha avuto 5 edizioni in un mese e mezzo, pubblicato da Salani nella traduzione di Sara Cavarero.

Spock nel romanzo si chiama Cross, non ha prestato solo i suoi occhi a Emilio Ortiz, è “diventato una cosa sola” con lui, come dice lo stesso scrittore che è nato con una malattia progressiva, una retinite pigmentosa, che fa perdere la vista a poco a poco.

“Il mio legame con Spock è così forte da arrivare alla telepatia. Non credo – racconta l’autore – a storie di magia, misticismi, ma a quello che ho vissuto. Ed è successo che io pensassi di uscire per andare in farmacia, e non ci vado ogni giorno, e Spock senza che io dicessi nulla, mi ha portato proprio in quel posto. E qualche volta è successo anche che io capissi le sue esigenze. Il nostro è un linguaggio non verbale, invisibile”.

Nel romanzo – in cui ogni capitolo si apre con la citazione di un brano musicale, un testo teatrale o un film più o meno amato dall’autore – troviamo Mario, un ragazzo cieco di 22 anni, che studia all’Università, ha il desiderio di realizzare un progetto di lavoro e di vivere la sua relazione di coppia, ma la sua vita è segnata dalla disabilità.

Non ho mai pensato di scrivere un libro di rivendicazioni, ma spero che questo romanzo possa dare una spinta verso il raggiungimento dell’unica cosa che desiderano fortemente i disabili: integrarsi nella società. Tanti passi avanti sono stati fatti rispetto a 30 anni fa. Abbiamo l’educazione inclusiva, non la separazione tra disabili e persone normali, ma ci sono due cose fondamentali di cui la società deve rendersi conto: tutti i progetti e le leggi che ci sono devono essere finanziate e queste cose non dipendono solo dai politici, ma da noi cittadini, disabili e non. Noi dobbiamo dare l’esempio e le persone normali devono avere fiducia in noi, perché un disabile è dotato di molteplici abilità e sensibilità e può offrire molto ingegno e creatività“.

Ortiz sta già lavorando a un nuovo libro, il seguito di “Attraverso i miei occhi”, il cui contenuto è ancora top secret. (Ansa).

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