Anna Mainenti: le foto che svelano l’animalità dell’uomo

Abbiamo intervistato Anna Mainenti, fotografa trentenne di Verona, grande appassionata di animali, che attraverso i suoi scatti spiazzanti, provocatori, sicuramente originali, scandaglia in profondità il rapporto che lega gli uomini ai loro animali domestici, in primis i cani.

L’avevamo già conosciuta a proposito dei suoi Ritratti Ibridi, in cui ritrae creature mostruose, mezze uomini e mezze cani, nella volontà di rappresentare gli esseri umani alla perenne ricerca di un equilibrio fra una tecnologia dilagante ed estraniante e un richiamo profondo, primordiale alla natura e all’ambiente.

Le abbiamo chiesto che cosa la ispira nella sua ricerca creativa e in che modo trova nel rapporto con i suoi cani una connessione profonda con la natura.

“La fonte di ispirazione primaria sono i miei cani ovviamente, e la simbiosi che si è creata tra di noi. Fotograficamente sono sempre stati di grande ispirazione i ritratti del grande Erwitt Elliott e i mondi onirici dell’artista Dave McKean”.

“Attualmente vivo con due cani e un gatto. Sono sempre stata molto vicina alla natura e all’istinto nel mio modo di vivere e pensare, ma certamente credo che condividere spazi e tempi con degli animali costringa a trovare anche una primordiale connessione con la propria naturalità più intima e innata. Da quando ho trovato e adottato il mio primo cane mi sono molto interessata all’argomento del linguaggio non verbale per la comunicazione con i cani e amo molto osservare i loro comportamenti, sia tra i loro simili che con gli umani, e spesso trovo dei parallelismi molto interessanti. Credo sia nata anche da questa simbiosi l’idea dei Ritratti Ibridi”.

“Il cane è l’animale che crea un legame più completo con l’uomo (anche il gatto ma in maniera diversa e in un certo senso meno vincolante) e questo legame “costringe” ad un continuo richiamo alla natura. Avere un cane ti lega a sensazioni giornaliere che stiamo dimenticando, sensazioni primarie tattili e olfattive per esempio che risvegliano la nostra animalità assopita dalla società tecnologica contemporanea dove tutto è raggiungibile da un device liscio, metallico o plastico e inodore. Non dico che non sia possibile avere le stesse esperienze se non si ha un animale domestico, ma sicuramente averlo rende inevitabile e più facile questa connessione con il mondo naturale”.

“Credo che avere un cane sia un privilegio per una persona, ma non è purtroppo una cosa che tutti sanno gestire. Spesso si prende un cane per puro egoismo senza coscienza delle responsabilità che porta. Ritengo che dovrebbe essere d’obbligo riconoscere entrambe le facce della medaglia: un cane non è un giocattolo né un oggetto da mostrare o comandare a bacchetta, è una creatura vivente con un carattere proprio, dei bisogni e dei sentimenti. Il primo passo da compiere sulla sensibilizzazione delle persone non è tanto sul rapporto uomo-cane, a mio parere, ma più sul rispetto dell’identità dell’animale come creature senziente. Se si riconosce questo fattore, il resto viene da sè”.

Chi sono i protagonisti dei tuoi ritratti ibridi?
“Sono i cani, e i loro compagni umani. Vengono fatti posare entrambi sullo stesso set fotografico prima il cane e poi l’umano. Il cane sceglie spontaneamente la posa aiutato da me e dal suo padrone per indirizzare il suo sguardo il più possibile verso la macchina fotografica. Poi tocca al padrone che si “spoglia” per un momento dalla sua civiltà e si immedesima nel suo compagno animale imitandone la posa e l’espressività dello sguardo. Il segreto di un Ritratto Ibrido ben fatto sta appunto nell’animalità dell’umano ritratto“.

I Ritratti Ibridi non sono il tuo solo progetto che ha come protagonisti gli animali…
“La serie Fuori dalla Gabbia è un progetto che raccoglie una serie di ritratti fatti a cani salvati da canili lager del sud Italia dai volontari animalisti di Verona, una realtà che ho conosciuto adottando la mia seconda cagnolina (anche lei salvata dal canile lager di Santo Stefano a Campobasso). Il set fotografico è stato montato nell’area verde del rifugio dove venivano portati questi cani per il recupero fisico e psicologico in preparazione di una sperata adozione. Queste foto mostrano il cane “da canile” fuori dalla sua realtà di disperazione e prigionia, mettendo il focus sulla nobiltà e la forza di questi animali magnifici”.

Conservazione della Specie è il mio primo progetto che riguarda invece i gatti. Renza Mara Calabrese ha fatto un analisi molto significativa del mio lavoro, io non potrei spiegarlo meglio << [..]E’ la rappresentazione e l’indagine di quella barriera, di quel limite sottile tra rispetto/amore e potere/dominanza, un margine spesso poco definito e permeabile, tra mondo umano e animale, tra tecnologia e natura. […]”

Che cosa rappresentano gli animali nelle tue fotografie?
“Gli animali sono la mia passione, l’arte è passione, un buon connubio per quel che mi riguarda”.

E in che modo si rapportano con l’essere umano?
“In effetti credo che nelle mie fotografie (tranne i Ritratti Ibridi) raramente ritraggo persone e animali insieme, tendo all’analisi esclusiva di entrambi i soggetti, magari questa domanda può essere spunto di riflessione per delle nuove foto…”

Se volete anche voi posare insieme al vostro cane, ecco i prossimi set dei Ritratti Ibridi:
– 25/26/27 Luglio, Acquafresca di Brenzone
– 14 Settembre, Mantova (Animalfest)
– sempre settembre (con date da confermare) Piacenza presso e-QBO in piazza Cavalli e Milano

Stay tuned!

federica@vanitypets.it