Il cane Cactus ha corso la Marathon des Sables salvando un atleta

cane marathon des sable

Una storia bellissima, che ci ricorda ancora una volta quanto sono speciali i nostri amici a zampe, arriva dal deserto del Sahara e da una delle maratone più dure che si corrono nel mondo.

La Marathon des Sables – Maratona delle sabbie – è una corsa a tappe lunga circa 240 km che si svolge attraverso la parte marocchina del deserto del Sahara. Una settimana per arrivare a traguardo, sei giorni di corsa con sole 24 ore di riposo; ogni 10 km un’area di ristoro dove poter ritirare la propria razione d’acqua giornaliera: 9 litri. Una gara molto dura che nel 1994 aveva messo a dura prova l’italiano, Mauro Prosperi, che durante una tempesta di sabbia perse completamente l’orientamento e corse quasi 300 km entrando addirittura in territorio algerino.

La stessa disavventura è capitata martedì scorso a Stephen Homesy, atleta americano ma ancor prima che la storia si trasformasse in una tragedia, mentre era solo a correre per il deserto del Sahara senza alcun punto di riferimento, ha incontrato un cane che lo ha riportato sul tracciato di gara. “Non so perché l’ho seguito – ha detto – ma sembrava essere un segno, sembrava che sapesse dove stava andando“.

E lo sapeva eccome. Il cane si chiama Cactus ed è di un albergatore anglo australiano che lo ha abituato a girare in libertà. E così il cane ha deciso di prendere parte alla maratona (senza pagare i 3.500 dollari di iscrizione), affiancando i maratoneti e percorrendo le 23 miglia della tappa di martedì  e poi anche le 47,4 miglia di mercoledì, con tempi magnifici: mentre gli altri 800 corridori hanno impiegavato circa 31 ore, Cactus ce l’ha fatta in poco più di 11.

Inutile dire che è diventato la star della corsa e vera e propria mascotte: ha dormito al campo e al mattino dopo la colazione si faceva coccolare da tutti. Ora che la gara è finita è tornato a casa con il suo padrone. La sua storia ricorda molto quella di altri cani, uno fra tutti è Gobi che in Cina aveva corso al fianco di un atleta scozzese che poi lo ha adottato.

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