Se il cane abbaia lo sopprimiamo. PAE contro la lettera shock del sindaco

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Il primo cittadino di Lozza minaccia i padroni dei cani che abbiano e il Partito Animalista Europeo lo denuncia.

Alcuni residenti nel comune in provincia di Varese, proprietari di cani, si sono visti recapitare una lettera, firmata dal primo cittadino Adriana Fabbian, in cui si avvisano: “Provvedete a farli tacere o agiremo come prevede la legge, anche con il sequestro e/o la soppressione degli animali”.

Nella lettera il sindaco spiega: “E’ giunta a questo Comune segnalazione di alcuni concittadini che lamentano forte disagio a causa di un perdurante disturbo della quiete pubblica, da parte di animali da compagnia nelle zone di via Battisti e Roncaccio.  Con la presente si comunica che il comune è tenuto a vigilare sulla problematica segnalata, attivando ogni azione al fine di fare rispettare le norme comuni del vivere civile“.

E poi l’avvertimento: “Si ricorda che  le sanzioni per il mancato rispetto delle anzidette norme regolamentari prevedono, oltre ad una pena pecuniaria l’eventuale sequestro e/o soppressione dell’animale che persista nel causare disturbo della quiete pubblica. Con la presente  si invita a porre particolare attenzione ai comportamenti dei propri animali domestici, attivandosi – con ogni mezzo – affinché non arrechino disturbo alla quiete diurna e notturna, pubblica e del vicinato”.

Potrebbe sembrare uno scherzo, ma non è così e sul caso è intervenuto anche il capo della segreteria nazionale del Partito Animalista Europeo, Enrico Rizzi. “E’ inaccettabile  una tale diffida della Pubblica Amministrazione. Il sindaco è completamente fuori di testa nel proporre il sequestro ed addirittura l’uccisione dei cani. Ho già conferito mandato al nostro legale nel presentare formale denuncia-querela contro il primo cittadino, affinché risponda per i reati da lui compiuti”.

La legge vieta e punisce severamente ai sensi dell’art. 544-bis del codice penale con l’arresto fino a due anni, chiunque, senza alcuna necessità cagiona la morte ad un animale. L’abbaiare di un cane, non è certamente una necessità da permettere l’uccisione.

Piuttosto il sindaco – aggiunge Rizzi –, che è responsabile del benessere degli animali sul proprio territorio, avrebbe dovuto verificare immediatamente lo stato di salute e le condizioni di detenzione e benessere dei cani al fine di individuare la causa di tale lamentele e prendendo gli opportuni provvedimenti a tutela degli stessi, così come prevede l’attuale normativa “.

valentina@vanitypets.it