Quanto conta il nome? L’etichetta di razza penalizza i Pit Bull

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Tre ricercatrici americane hanno condotto una serie di studi sulla percezione che le persone hanno dei cani, secondo l’etichettatura di razza che gli si da. Dire che un cane appartiene alla razza Pitt Bull, per esempio, influisce negativamente sulle sue chance di adozione.

“La nostra ipotesi iniziale era che la gente percepisse i cani tipo Pit Bull in modo negativo rispetto ad altre razze – spiegano i ricercatori nello studio pubblicato sulla rivista Plos One –  e alla fine dello studio abbiamo potuto confermala”. Gli esperimenti condotti hanno coinvolto un centinaio di persone, chiamate a giudicare dei cani sotto vari aspetti, in base alle informazioni fornite.

Conoscendo prima la razza, le persone si sono dimostrate diffidenti nei confronti di quei cani etichettati come Pitt Bull. Conoscendo solo le caratteristiche caratteriali del cane, la loro valutazione è migliorata, fino a che ogni pregiudizio è completamente svanito quando nessuna informazione sulla razza  è stata fornita.

Lo studio è molto utile per comprendere come mai i Pit Bull abbiano tante difficoltà nell’essere adottati, rispetto a cani di altre razze con caratteristiche comportamentali e caratteriali simili. Omettere la razza dalle schede dei cani presenti nei rifugi potrebbe essere una semplice strategia da adottare per aumentare le chance di questi cani di trovare una famiglia.

“Una valutazione comportamentale sarebbe probabilmente il modo migliore per i informare i potenziali adottanti circa le caratteristiche dei singoli cani nei canili”. 

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