Quale futuro per gli animali inglesi dopo la Brexit?

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Il voto di questi giorni potrebbe essere cruciale per il futuro degli animali del Regno Unito. I parlamentari si sono infatti trovati a discutere sulla European Union (Withdrawal) Bill, il documento che stabilisce quali leggi saranno in vigore dopo l’uscita effettiva dall’Unione europea, e la maggioranza ha deciso di non includere il protocollo sulla sensibilità animale definito nell’articolo 13 del Trattato di Lisbona.

Un passo indietro legislativo che negherà agli animali la capacità di provare emozioni e dolore, ormai ampliamente riconosciuta anche dalla comunità scientifica e da quella europea. Nel trattato di Lisbona infatti, si era sancito che “l’Unione e gli Stati membri tengono pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto esseri senzienti”.

Se si calcola poi che circa l’80% delle leggi sul benessere animale in vigore nel Regno Unito sono direttive europee, viene proprio da chiedersi quale sarà il futuro per gli animali dopo la Brexit. Gli inglesi soprattutto sono sempre stati un popolo di amanti degli animali e proprio da loro è nato il moderno movimento per i loro diritti, ma la politica dei Tory potrebbe mandare a rotoli decenni di mobilitazioni e campagne, perfino leggi ormai date per assodate.

Naturalmente per gli animali domestici la decisione è marginale, riguarda più che altro quelli utilizzati nei laboratori. Per cani e gatti di casa invece, bisognerà attendere le disposizioni in materia di circolazione degli animali da compagnia. 

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