Progetto IbriWolf, la Lega del Cane chiede trasparenza

ibriwolf

Si è recentemente concluso, dopo oltre tre anni di attività, il progetto Ibriwolf, finanziato in gran parte dall’Unione Europea nell’ambito del programma Life con un contributo complessivo di 2.296.659 euro.

Il progetto è stato concepito con la finalità di salvaguardare il patrimonio genetico del lupo, attraverso l’identificazione e la rimozione dal territorio dei canidi vaganti incrociati con lupi all’interno di due aree pilota della Toscana.

L’interesse di Lega Nazionale per la Difesa del Cane nei confronti di Ibriwolf è nato dalla constatazione che durante una delle sessioni di cattura previste era stata prelevata dal territorio una cucciolata di ibridi (dieci esemplari, quattro dei quali deceduti successivamente) di un’età di 4-5 giorni deducibile dalla presenza del cordone ombelicale, come riferito dal responsabile scientifico di Ibriwolf, professor Luigi Boitani.

LNDC non ritiene un modus operandi accettabile il distacco della prole dalle cure materne soltanto pochi giorni dopo la nascita, di qualunque specie si tratti, e si chiede pertanto se le autorizzazioni di cattura rilasciate dal Ministero dell’Ambiente, oltre al parere favorevole dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), contemplino realmente una procedura a dir poco discutibile.

La Lega del Cane, dopo ripetute richieste di trasparenza sulle modalità in cui si sta conducendo il progetto, mette in evidenza una plateale disparità nell’erogazione dei fondi. Per l’emergenza randagismo, che nel centro-sud Italia coinvolge quasi 700mila cani solitamente malati e non sterilizzati, dalla tabella dei finanziamenti della Legge di Stabilità risulta che alla sanità pubblica veterinaria è stata assegnata la risibile somma di 300mila euro per il triennio 2015-2017.

Per il progetto Ibriwolf sono stati stanziati quasi 2 milioni e trecentomila euro. Perciò anche Lega Nazionale per la Difesa del Cane, sulla falsariga del Boitani, desidera porre determinate problematiche all’attenzione dell’opinione pubblica, laddove autentici scempi che riguardano centinaia di migliaia di poveri cani vengono perpetrati con il tacito assenso delle istituzioni mentre le medesime istituzioni (italiane e comunitarie) non si fanno remore nel finanziare progetti milionari nei quali alla fine, il vero beneficiario è l’uomo.

Michele Di Leva
Responsabile Caccia e Fauna selvatica LNDC