L’eredità di Fido finisce davanti al giudice: ai parenti spetta una quota

testamento cane

Un’eredità non può essere lasciata a beneficio di associazioni per la tutela degli animali senza prevedere “una ragionevole quota” per i figli.

E’ il principio stabilito da una corte britannica, chiamata a giudicare la controversia sorta tra la figlia di un’anziana defunta e gli animali che tanto amava.

Morta nel 2004, la signora aveva lasciato una proprietà del valore di mezzo miliardo di sterline (oltre 750 milioni di euro) a beneficio di un’associazione animali. Nel testamento non aveva menzionato la figlia a cui non sarebbe spettato nulla. La sentenza però le ha garantito una quota “legittima” di 164.000 sterline, da sottrarre agli amici a qattrozampe.

I casi in cui animali ereditino, anche direttamente, grosse cifre di denaro sono sempre più frequenti. Le legge italiana però non lo permette: Fido non potrà mai rientrare nel testamento, in quanto privo di capacità giuridica. Esiste comunque uno stratagemma per garantirgli cure e affetto anche dopo che i padroni saranno venuti a mancare.

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