La nuova fiaba di Sepulveda: un cane che insegna la fedeltà

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E’ uscito ieri per Guanda: “Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà” (traduzione di Ilide Carmignani, illustrazioni di Simona Mulazzani) di Luis Sepúlveda. Una nuova favola ispirata ai valori della fedeltà e della solidarietà dello scrittore cileno nato nel 1949, che narra la storia di un bambino e il suo cane.

Aufman, cane lupo orgoglioso e intelligente, viveva in una piantagione di legname legato quasi sempre alla catena, con il compito, grazie al suo ottimo fiuto, di inseguire i fuggiaschi. La grande comunione di Aufman con la natura portava la bestia ad ascoltare il territorio vicino (“mi arriva alle orecchie il fiume che scende dalle montagne”) e gli animali “a tratti, il gufo, imita il vento dalla cima degli alberi”. Invece il branco di uomini temeva i rumori del bosco. Aufman era costretto quasi alla fame e alla sete, perché un cane “caccia meglio quando è affamato”. Per consolarsi della sua vita solitaria e grama, Aufman si rifugiava nei ricordi.

Quando era un cucciolo era stato ritrovato in un accampamento Mapuche costruito sulle rive del grande lago. L’anziano Wenchulaf lo aveva preso tra le sue braccia e lo aveva chiamato Aufman che vuol dire leale e fedele. La figlia dell’anziano Kinturray, la quale stava allattando il suo bambino Aukaman, che significa condor libero, lo aveva nutrito con lo stesso latte. Infine il saggio Wenchulaf aveva stabilito che il cane sarebbe divenuto il compagno del nipote.

Luis Sepulveda, scrittore sudamericano noto per le sue battaglie politiche e ambientaliste, ha rivelato in una recente intervista che l’idea per scrivere la favola gli è venuta quando nel 2013 si trovava nel sud del Cile per visitare la regione di Araucanìa, la Wallmapu, il paese dei Mapuche. “Parlai con un bambino di circa sette anni che era molto triste, perché aveva smarrito il suo cane. Un’anziana Mapuche lo consolava dicendogli che il suo cane sarebbe tornato, perché era un cane fedele, un amico leale. La favola riflette la realtà in uno specchio strano, poco convenzionale, e offre una immagine che permette di capire meglio la realtà”.

In circa cento pagine, corredate dalle vivide illustrazioni di Simona Mulazzani, attraverso la storia di Aukaman e del suo cane lupo Aufman, qui voce narrante, lo scrittore ricorda ai lettori l’importanza dell’amicizia, della fedeltà e della difesa dell’ambiente, senza dimenticare le comunità indigene e le loro tradizioni.

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