Il Movimento Animalista presenta la sua “Agenda per un’Italia migliore”

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Introdurre nuove tutele per gli animali, difendere l’ambiente, ma anche sconfiggere la povertà assoluta, che affligge 4,7 milioni di italiani, intensificare ovunque l’impegno dell’Italia per la pace, fondere i dicasteri dell’Ambiente e delle Infrastrutture in un “Ministero della Sostenibilità”. Sono alcuni obiettivi delle linee programmatiche del Movimento animalista per le prossime politiche, illustrate ieri mattina a Milano dal presidente nazionale on. Michela Vittoria Brambilla.

Oltre alla missione esplicitata già dal nome, la tutela degli animali e dell’ambiente, il Movimento presenta un programma generalista come qualunque forza che si candidi a determinare la politica nazionale.

“L’abbiamo chiamato – spiega l’on. Brambilla – “Agenda per un’Italia migliore” e si può leggere, secondo me, attraverso una parola-chiave che purtroppo sembra caduta in disuso: rispetto. Rispetto degli animali, rispetto dell’ambiente, rispetto della vita in tutte le sue forme, rispetto delle persone, dei loro diritti e delle loro scelte, rispetto della nostra cultura e di quella altrui, rispetto delle leggi, rispetto della volontà degli elettori”.

Punto focale delle linee programmatiche, che saranno approfondite nelle prossime settimane da appositi comitati tematici, sono i capitoli dedicati agli animali, in buona parte corrispondenti a progetti di legge già depositati dall’on. Brambilla nel corso della legislatura. Tra queste iniziative animaliste, circa una trentina, spiccano la proposta di riconoscere in Costituzione gli animali come esseri senzienti, titolari di alcuni elementari diritti, e quella di apportare consequenziali modifiche al codice penale e civile.

Nel capitolo ambiente si segnalano la lotta al dissesto idrogeologico e le bonifiche dei siti inquinati, da considerare come assoluta priorità nazionale, con un rinnovato impegno per la gestione delle acque e del territorio; un vero rilancio della aree protette; l’affermazione concreta del principio “chi inquina paga”; l’ipotesi di creare un “ministero della Sostenibilità” con una funzione di “filtro”, rispetto alle proposte degli altri ministeri, simile a quella che oggi ha il ministero dell’Economia.

“Nella parte “generalista” – prosegue l’ex ministro – gli argomenti sono comunque affrontati secondo la medesima ottica culturale, con una particolare attenzione ai soggetti più deboli, a valori come la vita e la pace. Sosterremo tutte le misure volte a debellare la povertà assoluta, che marginalizza fasce consistenti della popolazione. Non solo animali e ambiente, insomma, ma una raccolta di idee che possono interessare anche chi ha priorità diverse dalle nostre”.

A neanche cinque mesi dalla fondazione, il Movimento è in ottima salute, grazie alle adesioni da aree politiche diverse (che ne confermano la trasversalità) e per lo spazio che ha saputo conquistarsi sui media. La strutturazione sul territorio può dirsi completa e il radicamento prosegue.

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