Il Dna sulla cacca dei cani funziona: arrivano le prime multe

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Il comune di Malnate, in provincia di Varese, aveva obbligato tutti i 4 zampe residenti a sottoporsi al test del Dna e, creata la banca dati, ha davvero iniziato i controlli a tappeto sui bisognini abbandonati su strade e marciapiedi.

Dopo i primi mesi di rodaggio, necessari per completare la banca dati e perfezionare le procedure di campionamento, il progetto promosso dall’amministrazione comunale per rendere le strade pulite è davvero entrato nel vivo.

Dal mese di maggio sono state una decina le multe da 75 euro recapitate ai padroni che non hanno raccoltole cacche del proprio cane. E una trentina le contravvenzioni, da 50 euro, elevate per i proprietari dei cani che invece non hanno aderito all’anagrafe del Dna.

Il sistema in atto, come ci aveva spiegato l’assessore del comune varesotto, prevede l’azione sinergica tra: Guardie Ecozoofile, agenti di Polizia Locale e Ufficio tutela ambientale. I campioni raccolti vengono registrati secondo un preciso protocollo ed inviati al laboratorio che provvede all’analisi ed alla restituzione alla Polizia Locale della scheda di riscontro. Qualora l’incrocio tra i DNA presenti nella banca dati e il DNA del campione prelevato desse esito positivo, il Comando di Polizia Locale, il quale gestisce l’intero iter sanzionatorio, provvede a recapitare al trasgressore il verbale di violazione.

Il tutto a costo zero per l’amministrazione, grazie ad un accordo con la società che gestisce la raccolta dei rifiuti, che ha sostenuto tutte le spese per l’esecuzione dei test del Dna e la campionatura.

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