Cosa mangia davvero Fido? Lo svela la trasmissione Report

report cibo cani

Intorno alle 14 milioni di persone che possiedono un animale domestico si è sviluppata un industria che fattura 90 miliardi di euro l’anno. Il settore “pet” è uno dei pochissimi che non risente della crisi economica, anzi è in continua crescita. Soprattutto quello legato all’alimentazione dei nostri amici a quattro zampe. Ma cosa c’è dietro le diciture che attirano i fan della nutraceutica?

A tentare di fare luce sul mondo dell’alimentazione industriale dei nostri amici a quattro zampe ci hanno pensato le telecamere della trasmissione Report. La giornalista Sabrina Giannini ha messo a confronto diverse aziende che producono crocchette e umido, condotto indagini di laboratorio per scoprire cosa contengono e intervistato esperti veterinari nutrizionisti.

Il risultato non è molto rassicurante per i proprietari di animali domestici. “Straordinarie operazioni di marketing, una normativa a maglie larghe che consente etichettature troppo generiche – ha detto Milena Gabanelli – e l’utilizzo di materie prime che non rispondono agli stessi criteri di quelle certamente più sicure per l’alimentazione umana, ci ha reso impossibile capire cosa ci sia davvero dietro alle mille diciture con cui si classificano i cibi per cani”.

Di sicuro, dal servizio emerge che pare un eufemismo definire “cibi di ottima qualità”, crocchette e paté ricavati dagli scarti di macellazione, che i padroni però pagano più di quanto sarebbero disposti a spendere per i loro alimenti.  Frattaglie a cui si devono poi aggiungere vitamine, integratori e altre sostanze di dubbia provenienza, per ristabilire i valori nutrizionali adeguati.

“Non sarebbe più conveniente, per il portafogli dei padroni e salutare per Fido, tornare ad un alimentazione casalinga? si è chiesta infine la giornalista. Secondo i medici veterinari nutrizionisti intervistati e dai racconti dell’esperienza di chi è passato ad una dieta “naturale”, sì.

Dare al cane gli avanzi del nostri cibo non li ammazzerebbe, anzi. La dieta casalinga richiede però una prescrizione adeguata, per bilanciare correttamente tutti i nutrienti di cui il cane ha bisogno. Soprattutto in caso di patologie particolari e intolleranze. Il fai da te, in questo caso non è indicato.

Occorrerebbe fare degli studi a lungo termine anche sulla salute dei cani che seguono una dieta casalinga – ha detto il veterinario David Bettio – Sarebbe interessante confrontare i risultati con quelli dei cani che invece si nutrono con il cibo industriale”. Questi ultimi non mancherebbero. Sabrina Giannini ha fatto un focus anche sui centri studi e ricerca delle aziende di pet food, “ma nessuno ha voluto mostrarci come conducono questi studi e come vengono allevati i cani usati per testare i prodotti”. 

valentina@vanitypets.it