Cane pignorato va all’asta come un bene mobile, il caso a Ravenna

moly cane pignorato

La storia di Molly è stata riportata sul portale locale, “Ravenna e Dintorni”. Una vicenda che è iniziata tre anni fa quando la cucciola di Labrador (che oggi ha nove anni), viene pignorata insieme ad altri cani dello stesso allevamento per via del mancato pagamento di un danno stabilito in una causa civile tra l’allevatore e un suo cliente.

Quando l’allevatore si è rifiutato di pagare quanto deciso da un giudice, la controparte si è mossa con il pignoramento. Gli altri cani sono stati trasferiti altrove e affidati in custodia a un’altra persona mentre la cagna è stata lasciata nella struttura in custodia al proprietario.

La vicenda giudiziaria si è conclusa solo ieri, dopo la prima asta, che partiva da 50 euro, andata deserta. Il giudice ha deciso che non si farà un secondo tentativo: Molly può restare con il suo proprietario. Il tribunale ha deciso di cancellare il vincolo pignoratizio sull’animale restituendone la piena proprietà al padrone che finora era stato il custode giudiziario del cane inteso come bene mobile.

Si può ipotizzare che sulla decisione finale di annullare il pignoramento abbia inciso una segnalazione della sezione ravennate dell’Ente nazionale protezione animali (Enpa). Una lettera al giudice incaricato perché venisse valutata la possibilità di applicare una norma del 2015 che inserisce gli animali da compagnia nell’elenco dei beni di prima necessità non pignorabili come frigoriferi, fornelli e vestiti.

La norma non vale in caso di animali di allevamento o da macello, considerati beni aggredibili, ma la reale provenienza di Molly non era nota all’Enpa, come accade con la maggior parte dei beni trattati dall’Ivg. In altre parole per la legge Molly non è da considerare animale da compagnia del proprietario, ma un bene della sua attività commerciale di allevatore. Il giudice ha comunque deciso per il suo bene.

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