Bocconi avvelenati: il Ministero non rinnova l’ordinanza

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A distanza di oltre un mese dalla scadenza dell’Ordinanza Ministeriale, solitamente rinnovata ogni anno, il Ministero della Salute non ha ancora annunciato la proroga dell’unico strumento legislativo attualmente esistente per affrontare il terribile fenomeno delle esche e dei bocconi avvelenati. LNDC torna a chiedere un intervento urgente.

Ogni giorno le cronache locali riportano casi di animali, in particolare cani e gatti ma anche selvatici, rimasti vittima di avvelenamenti. Un fenomeno criminale che non conosce confini e affligge l’intero territorio italiano, mietendo centinaia di vittime innocenti e ignare del pericolo che corrono.

L’unica norma nazionale prevista per arginare questo drammatico problema è un’Ordinanza del Ministero della Salute – “Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati” – emessa per la prima volta nel 2009, in seguito modificata e da allora prorogata di anno in anno. Tale Ordinanza prevede precisi obblighi e compiti per le diverse figure coinvolte in questi casi. Misure fondamentali per tutelare la salute non solamente degli animali ma anche delle persone, in particolare i bambini, che potrebbero essere esposte al veleno.

Tuttavia, l’Ordinanza prorogata lo scorso anno è scaduta da oltre un mese e il Ministero della Salute non ha ancora dato alcun cenno sul suo rinnovo, lasciando un pericoloso vuoto normativo e di fatto rendendo impuniti e impunibili i criminali responsabili di questo orrendo e spietato gesto.

Lega Nazionale per la Difesa del Cane ha già chiesto pubblicamente al Ministero della Salute di attivarsi con urgenza per rinnovare l’Ordinanza ma questo appello è rimasto finora gravemente inascoltato. Il 13 aprile LNDC, rappresentata dal Responsabile Diritti Animali Avv. Michele Pezone, ha partecipato alla Conferenza Nazionale sul Benessere Animale tenutasi presso il Ministero della Salute, ribadendo formalmente la necessità impellente di prorogare l’Ordinanza in attesa di avere una vera e propria legge ad hoc.

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