Ritorno alle origini: la dieta Barf per cani e proprietari coraggiosi

dieta barf cani

Eccoci all’ultimo capitolo del percorso sull’alimentazione del cane. Abbiamo parlato delle esigenze nutrizionali di Fido con la sua piramide alimentare, abbiamo analizzato le composizioni del cibo industriale, imparato a cucinare per Fido con la dieta casalinga e adesso tocca alla dieta Barf, solo per proprietari coraggiosi.

Quando si dice Barf infatti, si pensa alla carne cruda e ai cani che sgranocchiano ossa. Non è così, e adesso capirete perché ci vuole prima di tutto fegato per adottare un’alimentazione di questo tipo. Barf infatti è prima di tutto un modo di pensare e vivere la nutrizione del cane, che si basa sul fatto che la natura nutre il carnivoro con carne e poco altro, quindi anche noi, alimentando il nostro cane con una preda intera (interiora, penne o pelo compresi), potremmo riuscire ad ottenere un equilibrio perfetto dal punto di vista nutrizionale.

In un contesto urbano capirete che è impossibile, bisogna perciò ricostruire le varie parti di una preda e renderle un pasto adatto al cane e all’ambiente in cui vive. Tutto ciò non è facile e privo di rischi: per una questione igienica e di praticità. Vediamo come funziona.

La Barf consiste essenzialmente nella somministrazione di cibo crudo e di provenienza animale e vegetale, calcolato in base ad una percentuale totale di alimenti ( variabile dal 2 al 10%) ricavata dal peso corporeo del singolo cane. Il quantitativo totale viene poi suddiviso in ingredienti, di origine animale e vegetale, in un rapporto 70/30, oppure 100% animale.

Gli ingredienti di origine animale sono:

  • ossa polpose (20-30%) ben ricoperte di carne come ad esempio colli e ali di pollo o anatra, o intere carcasse di quaglia, pollo e anatra. Vanno somministrate progressivamente, accertandosi che il cane digerisca ogni tipo di osso (nessun residuo nelle feci) che altrimenti andrà macinato;
  • carne senza osso (30-40%) che è polpa di carne che viene data a pezzi o tritata;
  • organi (10-15%) come fegato, cuore (che non deve mai mancare), reni, polmone e milza. Il fegato invece non deve mai essere somministrato più di 1 gr per chilo di peso al giorno;
  • trippa verde (10-15%) che, tenetevi forte, è composta dal prestomaco dei ruminanti, il reticolo e l’omaso, non lavati e non sbiancati e dati con buona parte del loro contenuto. E’ un importantissimo alimento nella dieta Barf perché apporta nell’intestino del cane flora batteria e il terreno adatto in cui può proliferare.

Gli ingredienti di origine vegetale vanno invece divisi come segue:

  • verdure (70-80%) prediligendo quelle a foglia verde;
  •  frutta (20-30%) tra mela e pera evitando frutti troppo maturi o troppo zuccherini.

Anche la Barf, come la dieta casalinga ha vantaggi e svantaggi. Tra i primi ci sono sicuramente l’alta digeribilità e l’appetibilità oltre che il soddisfacimento del bisogno masticatorio che ricordiamo essere tra i primari del cane. L’elenco degli svantaggi è più lungo: c’è un alto rischio batteriologico, parassitario, di perforazione di organi (dovuta alla somministrazioe di ossa che il cane non riesce a sminuzzare), rischio di fecalomi e uno sbilanciamento nutrizionale (dovuto ad un calcolo sbagliato dei nutrienti).

La dieta Barf rimane quanto di meglio si possa desiderare per gli amici a 4zampe, almeno dal punto di vista teorico. Il “fai da te” e l’inosservanza di alcune regole, possono provocare gravi danni alla salute del cane. Ah! Se vi state chiedendo cosa significhi Barf, è l’acronimo di Biologically Appropriate Raw Food (dieta cruda biologicamente appropriata) o di Bones And Row Food (ossa e alimenti crudi) e il primo a ideare una dieta crudista per cani è stato un medico veterinario australiano, il dottor Billinghurst.

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