Cannabis per la cura dei cani: in Italia si sta sperimentando

cannabis cani

Il giornalista Mario Catania ha realizzato un interessante servizio sull’utilizzo della cannabis nella cura dei nostri amici a 4zampe. Ha intervistato la veterinaria Elena Battaglia, che da tempo  ha scelto di trattare alcuni cani con il CBD ottenendo risultati soddisfacenti anche su casi in cui le normali terapie non stavano funzionando.

Sappiamo che negli Stati Uniti l’utilizzo del CBD e del THC sono già piuttosto diffusi tra i veterinari. Nel nostro Paese invece, nonostante la sostanza sia commercializzabile, sono rari i casi del suo utilizzo nell’ambito della medicina veterinaria. La dottoressa Battaglia che opera a Spotorno, in Liguria, non solo ha già iniziato ad utilizzarla, ma anche ottenuto importanti risultati.

“Si tratta cannabidiolo, un metabolita che non è psicoattivo (come è invece il TCH che agisce sui processi psichici) – spiega Catania nel servizio  -, che ha effetti rilassanti e antiinfiammatori e per questo viene utilizzato come coadiuvante in caso di malattie che comportano dolori, ma è anche utile per limitare le crisi epilettiche“.

Le principali patologie per le quali consiglia di utilizzare il CBD sono: artrosi, deficit cognitivi in cani e gatti anziani, ictus, malattie neurologiche, nevriti, ansia/stress, diabete, epilessia, tumori, dermatiti, problemi al tratto gastrointestinale, osteoporosi e malattie autoimmunitarie.

Il CBD viene somministrato o sotto forma di pastiglie (ma in questo caso il dosaggio è più complicato) o di olio (che permette un dosaggio preciso per il paziente). La quantità infatti varia a seconda dei casi e della risposta del soggetto.

redazione@vanitypets.it